Quella che presentiamo è un’attività di rielaborazione grafico-pittorica di vari testi poetici, svolta con entusiasmo da bambini di scuola dell’infanzia, che dimostra quanto sia stata incisiva la loro esperienza di incontro con la poesia. Un’attività che segue e accompagna quelle di ascolto, di interpretazione e di drammatizzazione di poesie attraverso l’uso della mimica gestuale e della voce, attuate anche con il supporto della musica. Qui la poesia ha offerto lo spunto per creare attraverso un altro linguaggio, è stata il pretesto per mettere in moto percorsi “artistici”, di gioco e anche di riflessione. Stimolo per ricordare, disegnando, un’esperienza condivisa, un’emozione vissuta. Per esprimere, con il linguaggio dei segni, delle forme e dei colori, un pensiero e un’idea contenuti in un verso, ma anche un sentimento, uno stato d’animo, un’impressione.
Cosa ha aiutato e stimolato maggiormente i bambini in questo percorso di rappresentazione visiva della poesia?
Sicuramente il libro illustrato, che oltre ad essere uno strumento essenziale di conoscenza ha favorito l’ampliamento della percezione visiva, fornendo un ottimo punto di partenza per sviluppare un percorso di educazione alle immagini. Si è trattato di libri nei quali le illustrazioni occupano un posto prioritario e in alcuni in particolare esse si pongono allo sguardo come vere e proprie “opere d’arte”, spunto prezioso per acquisire nuove tecniche espressive (i bellissimi acquerelli di Antonella Abbatiello), sperimentare nuovi strumenti grafici e nuovi modi di disegnare (le meravigliose balene del’illustratrice Simona Mulazzani decorate al loro interno con tanti diversi elementi).
È stata l’occasione di poter fruire di tante immagini per il “piacere degli occhi”, di educare uno sguardo meravigliato alimentando l’immaginario dei bambini. Bruno Munari afferma che è fondamentale “allargare il campo visivo dei bambini”, offrendo loro molte possibilità di lettura delle immagini e della realtà. Un bambino che osserva la natura e le opere d’arte, memorizza molti dati visivi. Sarà un bambino creativo in grado di produrre immagini non omologate, non ripetitive e non stereotipate. “La creatività si sviluppa sulla conoscenza e il bambino disegna ciò che sa, che conosce”. Abituiamo i bambini ad analizzare e descrivere immagini esprimendo pensieri e stati d’animo, in modo da favorire l’originale e libera espressione del proprio mondo interiore.
I bambini hanno osservato, esplorato e poi sperimentato ciò che hanno avuto il piacere di vedere, ascoltare e immaginare. L’affinamento del pensiero visivo ha prodotto in loro anche sollecitazioni di tipo estetico, permettendo di sviluppare un certo gusto e senso del bello che si è espresso nella scelta non casuale dei colori e nella ricerca degli accostamenti cromatici più adatti a rispecchiare l’atmosfera delle poesie.
Per realizzare i loro piccoli e grandi “quadri”, intensi e coloratissimi, i bambini hanno lavorato su fogli di diverso formato e colore, stimoli anche questi importanti per lo sviluppo della fantasia e dell’immaginazione. Hanno disegnato e colorato in una varietà di modi (matita, penna gel e pennarelli a punta fine per disegnare; pastelli e acquerelli per campire le superfici dei loro disegni).
Certamente la visione dei libri ha condizionato fortemente la riuscita del progetto. Ma i bambini non si sono limitati a riprodurre semplicemente ciò che hanno visto. Il loro sarebbe stato un disegno esclusivamente descrittivo (linguaggio denotativo del disegno). Hanno disegnato invece ciò che quelle immagini hanno stimolato nella loro memoria e hanno rappresentato le emozioni che la poesia ha fatto risuonare in loro (linguaggio connotativo del disegno).
È importante sottolineare che i bambini hanno rielaborato stimoli non solo di tipo visivo ma tutto ciò che la poesia e le esperienze vissute attorno ad essa hanno suscitato in loro provocando reazioni individuali anche in base alla sensibilità posseduta. È stato proprio questo che ha fatto sì che disegnassero in maniera assolutamente personale sia per quanto riguarda la caratterizzazione di figure ed elementi, che l’uso dello spazio e dei colori. Ognuno ha messo in gioco le proprie risorse, ha espresso i modi personali di vedere le cose. Il disegno ha svelato il carattere, la fantasia, la poesia presente in ciascuno.
Disegnare è un atto comunicativo, un modo di raccontare e di raccontarsi attraverso le immagini, e allo stesso tempo è anche un atto conoscitivo.
Il disegno è “fare” creativo. “Fare per capire, fare per conoscere” dice ancora il grande maestro Bruno Munari ed è proprio così. Attraverso il disegno, che è a tutti gli effetti un’esperienza, i bambini hanno avuto modo di scoprire altri aspetti e sfumature delle poesie apprese. Disegnare è un modo creativo di fare metacognizione: mentre disegnano spesso i bambini parlano, raccontano e in questo modo imparano a riflettere su ciò che hanno imparato ed approfondiscono la comprensione di concetti. Inoltre, vengono stimolati ulteriori riflessioni ed ampliamenti con continui rimandi dal testo al disegno e viceversa, cosicché il testo si arricchisce sempre di nuove connotazioni di significato. I bambini si scambiano le nuove idee che emergono strada facendo, fanno ipotesi di lettura della realtà, costruiscono criticamente nuovi pensieri, aggiungono sapere. Disegnare arricchisce dunque il pensiero. È stimolo non solo allo sviluppo delle abilità creative, del pensiero creativo ma anche di quello critico. Ed in questo modo fornisce la possibilità di fruire con piacere nuovo ed allargato della poesia, in un certo senso di “reinventarla” apprezzandone ancor più la bellezza.
Un’attività interessante sempre nell’ottica della metacognizione, è quella di leggere insieme i disegni di tutti i bambini per valorizzarli. Oltre ad essere un modo di incentivare la riflessione, di accrescere conoscenza imparando dagli altri, è un forte stimolo per acquisire fiducia nelle proprie capacità espressive incentivando il piacere di disegnare. Osservando gli elaborati invitiamo i bambini a spiegare sì cosa si è rappresentato, ma anche con quale tecnica: “Come hai fatto per realizzare questo disegno?” Ciò permette di apprendere dagli altri nuove possibilità di disegnare e di colorare, modalità che perlopiù spesso i bambini scoprono casualmente provando e riprovando sul foglio, divertendosi in libertà.
Concludiamo ribadendo l’importanza per i bambini di intensificare le esperienze comunicative, di imparare a comunicare attraverso diverse forme espressive sperimentando la pluralità dei linguaggi e tra questi, appunto anche le possibilità offerte dal mezzo grafico.
I linguaggi a disposizione dei bambini, come le esperienze grafico-pittoriche “vanno scoperti ed educati, perché sviluppino nei piccoli il senso del bello, la conoscenza di se stessi, degli altri e della realtà”, si legge nelle Indicazioni Nazionali per la scuola dell’infanzia e del primo ciclo.
I disegni dei bambini sono prodotti non finiti, opere aperte alla comprensione del mondo, modalità esplorative di alcune dimensioni del reale, comprensione delle cose e delle relazioni tra le cose.
La fruizione della poesia attraverso il mezzo grafico ha aperto nuovi scenari all’immaginazione e alla meraviglia dei bambini. La poesia ha risvegliato la loro creatività e il disegno li ha aiutati ad esprimere la gioia di raccontare un mondo conosciuto e immaginato.
“Una volta, un giorno” (Giusi Quarenghi): disegni 1A, 1 B, 1 C
“Maremé” (Bruno Tognolini): disegni 2 A, 2B, 2C, 2D
Filastrocche da cantare: “Il codino di un topino”: foto panoramica 3
Filastrocche da cantare: “Volta la carta”: foto panoramica 4
Filastrocche da cantare: “Capra capretta”: disegni 5A, 5B, 5C, 5D, 5E, 5F
Poesie Haiku: disegni 6A, 6B, 6C, 6D