Questo è un libro per comprendere cosa vuol dire leggere, che cosa avviene nella nostra testa quando leggiamo e perché è utile e bello imparare a leggere fin da piccoli. Nella prefazione Calvani scrive “il lavoro induce a ripensare alle affinità è tra sviluppo filogenetico e ontogenetico e alle sollecitazioni educative che vengono da questa comparazione” e infatti dopo uno sguardo sulla genesi della scrittura, è analizzato il modo in cui il nostro cervello legge, per trarne lezioni su come si possono aiutare i bambini a diventare lettori, anche quelli dislessici, prima che incontrino le frustrazioni dei primi anni di scuola.
All’inizio del percorso scolastico si assume che i bambini partano alla pari, ma non è vero. Se un bambino vive in una famiglia dove i genitori sono analfabeti funzionali (e in Italia il 50% della popolazione lo è), con basso titolo di studio e non leggono nemmeno un libro all’anno, ci sono poche probabilità che abbia i prerequisiti necessari per diventare un lettore. Soprattutto, questi bambini devono essere aiutati prima di entrare a scuola.
Qui è presentato un metodo elaborato dall’autore, che ha dato risultati positivi nelle sperimentazioni condotte in alcune tesi di dottorato. Infine, il libro affronta i cambiamenti indotti dalla rivoluzione digitale sulla scrittura e sulla lettura, discutendo che cosa cambia, quali sono le abilità (digital literacy) necessarie in un mondo digitale e come il digitale può aiutare nel diventare lettori.
“C’è un alfabetismo da ripensare per trovarle il giusto posto all’interno di una cornice mentale e sociale più ampia, quella rappresentata dalla media literacy (Maragliano).
Nel 1993 ha fondato e diretto la rivista TD TECNOLOGIE DIDATTICHE (oggi IJET).
La sua più recente pubblicazione è “La scuola ai tempi del digitale” (Francoangeli editore). Oggi i suoi campi di ricerca riguardano l’apprendimento della lettura e l’impatto della rivoluzione digitale sui sistemi educativi.
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