Di Carlo Petracca
Oltre la dimensione operativa
Di norma quando si affronta la problematica dell’essere insegnante ci si concentra sulla padronanza delle strategie didattiche, sulla qualità dell’agire in classe e, in sintesi, sul fare. Si tratta di un aspetto indubbiamente importante, ma stiamo assistendo purtroppo al predominio di strumenti operativi di ogni genere (unità di apprendimento, griglie, rubriche, ecc.). Oggi, quindi, la qualità dell’azione didattica si fa derivare prevalentemente dalla dimensione operativa e strumentale.
C’è da chiedersi, però: che senso ha un fare per il fare, un agire per l’agire senza fini che rischiarino e orientino questo fare e questo agire? Ci si concentra sulle pratiche e si dimenticano gli scopi dell’agire confinando sullo sfondo la visione dell’educazione che coincide con la paideia.
Il bravo insegnante, invece, deve porsi in relazione con la paideia della propria epoca.
In questo interessantissimo articolo tratto dal n.3 della rivista Scuola Maestra, Carlo Petracca affronta il problema della trasmissione dei valori universali necessari a vivere nelle comunità nella società contemporanea. Una riflessione sul ruolo dell’insegnante nell’epoca del postumano e della privatizzazione della speranza.
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