Svariate sono le strategie di apprendimento: da quelle tradizionali, che hanno fatto e fanno tutt’ora il sistema scuola fino a quelle degli ultimi tempi in cui le tecnologie hanno avuto il sopravvento.
Tecnologie di ieri e di oggi: la differenza sta proprio nell’intendere il termine “tecnologia”, partendo dal concetto di superamento di quello che è didattica tradizionale, che fa’ uso di supporti e strumenti per facilitare e rendere accattivante la comunicazione dei saperi.
Già Bruno Munari nei suoi laboratori creativi utilizzava la fotocopiatrice come strumento di riproduzione e manipolazione dell’immagine, e faceva sì che non fosse proibito e inaccessibile ai bambini; allo stesso modo la macchina fotografica, la videocamera, l’episcopio, la lavagna luminosa e il videoproiettore, se ben utilizzati possono raccontare, divulgare e moltiplicare i saperi in modo coinvolgente.
Non si parla di rottamazione del classico quaderno, ma di integrazione di nuovi canali per arricchire la divulgazione dei saperi in modo nuovo e curioso.
Da un po’ di anni sono ormai entrate nella scuola le moderne tecnologie multimediali e digitali: tutto è partito con la dotazione di un’aula informatica con i computer inseriti nella didattica. Non era ben chiaro, all’inizio, il ruolo dell’informatica nella scuola, tant’è che si parlava di “informazione automatica”: i contenuti si fermavano alle sole regole di approccio al pc senza prevederne una ricaduta di utilizzo. Solo in un secondo momento è diventata “disciplina” a supporto della programmazione dei saperi. Un’opportunità in più da aggiungere alle discipline artistico-espressive, musicali, teatrali e motorie per dar forma in modo accattivante e più ricco alle conoscenze. Una sorta di costellazione di discipline speciali che agiscono (o dovrebbero) in supporto alle discipline centrali di studio: opportunità a servizio dell’apprendimento.
Oggi le moderne tecnologie si sono ulteriormente sviluppate e partono dal concetto che la didattica dell’ informatica, prima a supporto delle discipline, diventi quasi il punto di partenza per fare apprendimento.
La scuola diventa piattaforma multimediale, che viaggia anche in rete estendendo il dialogo e i contenuti verso l’esterno con gli alunni, le famiglie e con altre realtà scolastiche (e non) di tutto il mondo. I compiti assegnati dai docenti vengono oggi elaborati dagli alunni al computer e trasmessi in posta elettronica.
La LIM, lavagna interattiva multimediale, ha ormai sostituito la lavagna tradizionale diventando un vero e proprio schermo sul mondo: il docente ha ormai parcheggiato gli storici gessetti per pilotare la sua lezione dal computer portatile. Il modulo di apprendimento prende ora le sembianze di un viaggio virtuale. Non solo: anche il registro scolastico cartaceo ha finito il suo tempo. Oggi è tutto in rete e le famiglie ricevono in tempo reale i risultati dei propri figli: in questo caso, non era meglio una situazione di incontro-scambio reale?
I libri con le pagine “materiche” si trasformano in app e si consultano con un clik: sorge spontaneo chiedersi se forse stiamo viaggiando troppo veloci, lasciando alle nostre spalle la manualità e lo sviluppo di tutti quei canali plurisensoriali.
La rete, intesa come dialogo esteso, necessita però di sicurezza, per fare in modo che il viaggio dei nostri alunni/figli sia sicuro: per una volta nella storia, però, i figli ne sanno più dei genitori in tema di social network e di ambienti internet.
Nella vita reale gli adulti sono in grado di impartire consigli sulla base dell’esperienza, ma nel mondo virtuale spesso non ne sono capaci. Il problema è che reale e virtuale non sono mondi separati, ma un prolungamento e un intreccio. Per difendersi dai nuovi pericoli della rete non è necessario essere dei tecnici, basta un po’ di informazione e di volontà per seguire i giovani nel loro percorso comunicativo, specie quando entrano in campo situazioni di cyber bullismo, chat e videogiochi. Entra in gioco la Media Education.
Non dimentichiamo, con questi nuovi strumenti “del futuro”, di tralasciare la comunicazione umana tradizionale, che ci ha sempre permesso di interagire, senza isolarci, nel mondo sociale.
L’esclusivo mondo virtuale, ci pone davanti il rischio di un mondo non sempre reale che può essere talvolta deludente nel momento di una verifica.