Nuove Esperienze e Sostegno Recupero e Sviluppo nella scuola dell’inclusione scolastica

“In una classe, l’insegnante si aspetta di essere ascoltato. Lo studente pure.”

La citazione del fisico Ernest Abbé esprime con semplicità il principio su cui si fonda la didattica dell’inclusione scolastica.

Infatti questa espressione, che oggi rimbalza di bocca in bocca nel mondo della scuola,  sta a indicare tutto quell’insieme di strategie che l’insegnante mette in atto per far fronte alle varie situazioni di svantaggio in cui possono trovarsi i suoi alunni (disabilità, disturbi dell’apprendimento e, più in generale, i BES, i cosiddetti Bisogni Educativi Speciali). 

Il concetto è chiaro: ogni alunno può, per vari motivi, avere bisogno di tempi di apprendimento più lunghi o di strumenti didattici diversificati che si adattino meglio di altri ai suoi stili di apprendimento e l’insegnante deve dare risposte adeguate.

Dunque gli insegnanti devono possedere competenze professionali specifiche e collaborare tra loro per attuare una didattica differenziata, fondata sulle caratteristiche degli alunni frequentanti la classe.

Ma quali sono questi strumenti e queste strategie che permettono di differenziare la didattica?

Sicuramente tutto ciò che è digitale aiuta perché veicola l’apprendimento attraverso un canale particolarmente congeniale alle nuove generazioni, ma si tratta pur sempre di una modalità che affianca e integra altre modalità di apprendimento come, ad esempio, quelle motorie, grafiche e manipolative.

Le LIM (lavagne interattive multimediali), i tablet e gli e-book  sono quindi strumenti didattici che entrano di diritto nelle aule scolastiche, ma non scalzano dai banchi libri, eserciziari, schede operative, abachi, regoli, alfabetieri e tutti gli altri strumenti di cui possono avvalersi gli insegnanti per andare incontro alle esigenze degli alunni.

Le nostre guide didattiche appartengono alla scuola dell’inclusione perché offrono all’insegnante tanti strumenti per sviluppare percorsi di apprendimento diversificati che contemplano diversi livelli di difficoltà  e coinvolgono più canali di apprendimento.

Ma facciamo due esempi concreti, uno riferito a Nuove Esperienze e l’altro riferito a Sostegno Recupero e Sviluppo.

Da Nuove Esperienze, matematica e scienze 2

Supponiamo di voler promuovere il seguente apprendimento: confrontare e ordinare in senso progressivo e regressivo i numeri fino a 100.

Con la scheda diagnostica (pag 35) accertiamo i prerequisiti posseduti dagli alunni e individuiamo le eventuali abilità carenti o mancanti.

Quindi, in contesti di gioco collettivo e a gruppi, sviluppiamo una serie di attività motorie e manipolative che promuovono l’abilità interessata (pag 36).

Poi impegniamo gli alunni con le schede di lavoro individuale, caratterizzate da esercizi calibrati su diversi livelli di difficoltà, e con le schede di verifica (pp. 37, 49 e 51).

Da Sostegno Recupero e Sviluppo, italiano 3 (tomo primo)

Supponiamo di promuovere il seguente apprendimento: individuare gli elementi della comunicazione e interpretare varie situazioni comunicative.

Con la scheda diagnostica (pag 17) accertiamo i prerequisiti posseduti dagli alunni e individuiamo le eventuali abilità carenti o mancanti.

Quindi, in contesti di gioco collettivo e a gruppi, sviluppiamo una serie di attività motorie e manipolative che promuovono l’abilità interessata (pp. 18, 19, 20 e 21).

Poi impegniamo gli alunni con le schede di lavoro individuale, caratterizzate da esercizi calibrati su diversi livelli di difficoltà, e con le schede di verifica (pp.22, 38, 41 e 43).

Cosa significa BES

BES (Bisogni Educativi Speciali) sono una macrocategoria che comprende dentro di sé tutte le possibili difficoltà educative-apprenditive degli alunni, sia quelle dovute a disabilità mentali, fisiche e sensoriali, sia quelle dovute a deficit specifici come la dislessia e la disgrafia, e sia quelle dovute a varie situazioni problematiche come lo svantaggio socio-culturale.

 

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